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La storia di Caprino Vero- nese è complessa e mo- stra le tracce di ogni epoca che ha attraversato. Entra- to a far parte della Repub- blica di Venezia agli inizi del Quattrocento, durante i quattro secoli di dominio, il territorio viene diviso e ac- quistato da famiglie nobili, la cui presenza è attestatadalle numerose ville allora edi cate e ancor oggi am- mirabili. Sul  nire del XVIII secolo, sempre sotto la Serenissima, il paese vive un importante rinnova- mento edilizio e fondiario che gli permette di passare da semplice pieve a borgo. Tale cambiamento si tra- duce in uno sviluppo com-merciale sancito dall’i- stituzione nel 1786 del mercato settimanale. In questo panorama di con- tinuo sviluppo, il periodo post unitario rappresenta il momento più florido della cittadina, che viene cono- sciuta in tutto il mondo per la sua importante attività di estrazione del marmo.Lo storico mercato di CaprinoFin dal 1786, il sabato le strade di Ca- prino si animano di bancarelle, pro- dotti e persone. Quello del mercato settimanale è ancora oggi una delle tradizioni più sentite del territorio ve- ronese. Il commercio ambulante rap- presenta, difatti, un’importante oc- casione per i venditori, così come un appuntamento fisso per gli abitanti del posto e un modo curioso per i tu- risti di conoscere un luogo nella sua espressione più autentica.CAPRINO VERONESE: UN CENTRO DELLA VITA NOBILIARE Un luogo e la sua linea del tempoVILLA CARLOTTI,DA DIMORA A MUNICIPIO Il simbolo di Caprino VeroneseSituata nel centro di Ca- prino Veronese e edi cata sulle fondamenta di una casa rurale del 1400, la vil- la diventa proprietà della famiglia Carlotti nel 1601, dopo essere stata dimora dei Vimercato. A partire da quest’ultima data, la strut- tura subisce diversi lavori di ampliamento e ristrut- turazione. Se nel 1632 si completa l’edi cio e si rea- lizza il giardino con le sta- tue, nel 1635, per celebrare il titolo di marchesi otte- nuto dai Carlotti, si comin- ciano ulteriori importantiinterventi d’ingrandimento tanto che, nel 1682, la vil- la viene quali cata come palazzo. La nobile famiglia rimane proprietaria  no al 1920, anno che sancisce il passaggio al Comune, che diventa l’effettivo proprie- tario nel 1937 e che, nel 1952, trasferisce proprio in questa dimora la sua sede. È possibile riscontrare una tripartizione dell’edi cio: la parte avanzata, che è la residenza padronale, il blocco orizzontale, che condivide con il primo le decorazioni esterne in sti-le neo-romantico, e la ter- za parte, un piano unico destinato al personale di servizio. Le eleganti forme architettoniche e le deco- razioni pittoriche interne vedono la loro massima espressione in un’originale ed eccentrica stanza, nota come “Sala dei Sogni”. Il sof tto a volta accoglie su uno sfondo bianco  gu- re di personaggi con abiti orientali, uccellini, scim- miette, carrozze, immagini che la tradizione raccon- ta popolassero i sogni del marchese Carlotti.–4–


































































































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